Ottobre: una quasi nuova VITA | Madame Primavere

Ottobre: il tempo del cambiamento e della rinascita interiore

“Quando tutto cambia, anche noi cambiamo. Ottobre ci insegna che la fine di qualcosa può essere l’inizio di una nuova vita.”

L’autunno non è solo una stagione: è un invito alla riflessione.
Ottobre, con i suoi colori caldi e le giornate che si accorciano, ci accompagna dolcemente verso la consapevolezza che tutto ciò che esiste è in continua trasformazione. Gli alberi che si spogliano, il vento che porta via le foglie, la natura che si prepara al riposo: ogni dettaglio ci parla di un ciclo che finisce, ma anche di un nuovo inizio che già si prepara in silenzio.

Nella vita, come in autunno, i cambiamenti spesso ci spaventano. Ci aggrappiamo a ciò che conosciamo, anche quando non ci appartiene più. Eppure, è proprio nel lasciar andare che troviamo lo spazio per rinascere. Ottobre diventa allora una metafora potente: la fine di un capitolo non è mai un fallimento, ma una soglia che conduce verso una versione più autentica di noi stessi.

Le foglie che cadono non sono un segno di morte, ma di trasformazione. La terra le accoglie, le trasforma, le rende nutrimento per ciò che verrà. Così dovremmo fare anche noi: accogliere ciò che finisce, elaborarlo, trasformarlo in esperienza e saggezza.

Ogni cambiamento ci chiede coraggio, ma anche fiducia. Fiducia nel tempo, che sa guarire; fiducia nella vita, che sa sorprenderci; fiducia in noi stessi, che sappiamo rinascere ogni volta, più consapevoli, più forti, più veri.

Ottobre è dunque il mese dell’anima che si risveglia nel silenzio, che impara a fare spazio, che accetta la bellezza del mutamento.
Perché tutto ciò che cambia, in fondo, non ci toglie: ci trasforma.

Buon pomeriggio gentili lettori,

Con una nota velata di commozione frammista a felicità e gratitudine, oggi torno a raccontare anche se solo in parte, il mio mondo interiore. Sono SOLAMENTE trascorsi due anni dall’ultima volta !

Cosa è cambiato? BEH … direi un po’ tutto ! (Potrebbe essere un gigantesco BENE !)

Breve recap? Sono diventata un medico, uno di quelli veri… Si lo so.. Incredibile !

Come mi sento? (non so perchè ho deciso di pormi questa domanda altamente complicata):vi direi estremamente bene perchè infondo sogno questo momento solamente da tutta la vita; in pratica nel momento in cui il tuo cervello sente le fatidiche frasi “La proclamo dottore Magistrale in Medicina e Chirurgia” è un po’ come se la vita si dividesse in “prima di Cristo e dopo Cristo”.

Il giorno dopo ti svegli e ti rendi conto di avere nelle mani un dono inquantificabile, l’opportunità di essere presente nella vita delle persone, l’obbligo morale e professionale di provare a fare la differenza, ma, anche, la voglia di INIZIARE davvero.

Vi chiederete… perchè è tornata proprio adesso? La risposta? Ottobre…

Come ho ampiamente detto nella prima parte di questo articolo, esistono diverse teorie scientifiche e quantifiche secondo cui l’inizio di un nuovo anno per l’anima non coincida con Settembre o Gennaio, ma con Ottobre..

Non mi dilungherò sul perchè… ma al contrario vi chiedo: provate a pensare a tutti i mesi di ottobre della vostra vita… non è che per caso ci sono stati eventi che hanno ribaltato completamente la vostra esistenza?

Oh no.. non continuerò a parlare voglio lasciarvi così …

Attendo le vostre risposte…

Ci vediamo presto !

Parole non dette

“Mi piace scegliere con cura le parole da non dire” Alda Merini

Buongiorno gentili lettori, bentornati o benvenuti su Madame primavere.

In primo luogo, desidero ringraziare ognuno di voi per aver manifestato quanto si sentisse la mancanza di nuovi contenuti su questa piattaforma, e attraverso le parole di oggi, vi annuncio il ritorno del mio piccolo angolo di inspirazione alla vita che mi piace definire coltivazione dell’io. Termini estramente aulici? Durante il percorso che affronteremo vorrei voi in primis scopriste perché l’ho definito tale, se però pensare è un attività che richiedere parecchio sacrificio o semplicemente volete scoprirlo insieme a me, siete nel posto giusto!

Ammetto di aver redatto parecchi articoli in questi mesi, ma non sono mai riuscita a condividerli con voi e sapete perché?

La risposta può essere banale o addirittura completamente il contrario, chi come me si ritrova immerso nella passione per la scrittura o chi di contro utilizza le parole per creare progetti innovativi, mette all’interno degli stessi la sua intimità e chi invece dichiara il contrario probabilmente mente spudoratamente.

Ho creato un blog tutto mio con l’obiettivo di avere uno spazio diverso dai soliti social, dove poter coltivare il mio essere ma allo stesso tempo condividere con voi i miei “semplici pensieri”, per questa preponderante motivazione quando gli avvenimenti di carattere intimo prendono il sopravvento è probabile che essi diventino il fulcro di tutto e ciò ci garantisce un biglietto in prima classe “all inclusive” per lo “sbandamento sociale, personale ed emotivo”.

Dunque..

Buongiorno, bentornati o benvenuti su madame primavere.

Nei prossimi incontri scopriremo quali sono le nostre parole non dette.

Con il presente articolo vi formalizzo un invito ufficiale a contattarmi sui social e dirmi quali sono le vostre parole non dette, è chiaro che tutto ciò che mi viene comunicato è di forma totalmente anonima e soprattuto chissà grazie allo stesso potremmo affrontare delle conversazioni che oserei definire RILEVANTI.

Inizio io !!

Ancora un morso alla mela.

Marra

Quando ringrazi esprimi la certezza di essere amato

“Quando tu ringrazi, esprimi la certezza di essere amato, e questo è un passo grande. È la scoperta dell’amore come forza che regge il mondo; Dante direbbe: l’Amore «che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso, XXXIII, 145)

Buonasera gentili lettori, benvenuti o bentornati su Madame Primavere.

Oggi ho voluto omaggiarvi delle parole che Papa Francesco ha utilizzato nell’udienza del 30 Dicembre 2020, con le quali comunicava al mondo la differenza sostanziale tra chi sa ringraziare e chi invece pensa che tutto gli sia dovuto.

In verità l’articolo di oggi doveva essere un po’ diverso, ma ho deciso di raccontarvi cosa è avvenuto ieri nella mia vita e ho deciso di farlo mediante le parole del Papa, non a caso derivanti proprio dalla serata trascorsa.

Vivo a Torino da ormai quasi due anni e ho trascorso questo periodo all’interno di un collegio universitario salesiano; come di routine la casa organizza dei momenti di fraternità atti alla creazione e alla condivisione di un legame tra le personalità viventi all’interno della struttura.

La ricorrenza che denominava la serata era l’occasione dei saluti in onore dell’inizio delle vacanze estive (definita AperiGrazie!), e quindi la conclusione dell’anno accademico come struttura universitaria, anche se in realtà (spoiler) è solamente l’inizio della sessione estiva, in poche parole un’opportunità per staccare dai libri e mangiare la pizza preparata dalla suora chef (e che chef !!).

Ma veniamo al motivo per il quale vi sto raccontando questa piccola storiella.

Al termine della festa, come di norma un buon salesiano fa, arriva la così detta “Buonanotte salesiana”, ossia un breve momento di preghiera che prende spunto da una riflessione solitamente correlata al periodo storico che stiamo vivendo o nella maggior parte dei casi a dei temi a noi cari che possono fornirci opportunità di crescita.

Sono state così introdotte a noi le parole del Papa che miravano a donarci a mio parere due grandi insegnamenti, ma prima di dirvi cosa ne penso vi chiedo: vi siete mai chiesti del perché spesso alcuni avvenimenti anche spiacevoli ci hanno colpito? Vi siete mai sentiti soli nelle scelte che avete compiuto ed in fine, vi siete mai sentiti amati davvero?

Allora io vi rispondo con le esatte parole pronunciate dal pontefice: “chi non ringrazia; chi prende tutto come gli fosse dovuto, e chi accoglie come dono, come grazia”

“Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento” e ringraziando esprimi al mondo la certezza di essere amato.

Cosa ne penso io?

Tutto ciò che accade, anche le tragedie peggiori, i dolori strazianti e gli avvenimenti che non ci meritiamo possono essere trasformati in un motivo per rendere grazie.

Mio nonno è volato in paradiso quasi un anno fa, ciò ha provocato in me dei traumi profondi, era il mio dolce nonno papà, ma sapete una cosa? Per assurdo vivendo a 1200 km di distanza dalla Sicilia, ero ormai fisicamente distante da lui e ne pativo la mancanza, era molto malato e soffriva terribilmente.   

Di giorno il mio primo pensiero è per lui, la notte non chiudo i miei occhi se non mi affido alle sue braccia; cosa voglio dirvi con questo? Da quando è morto lo sento più vicino che mai, nei miei occhi, nei miei passi; nulla potrà mai colmare il mio dolore per una perdita devastante, MA rendo grazie ogni giorno e sono grata per avere avuto una persona così speciale al mio fianco, rendo grazie perché ho dei ricordi straordinari che mai nessuno potrà togliermi, ho reso grazie e ho manifestato di essere amata!!

In conclusione, dal profondo del mio cuore vi auguro la gratitudine, la resilienza e la capacità di non perdere mai lo spirito che arde in voi. Perché tutte queste parole importanti? Lo scoprirete nel prossimo articolo, ma per adesso ricordate…

“Ancora un morso alla mela” Marra

Bonsai e Trascendentalismo

“Niente può portare pace tranne che te stesso. Niente può portare pace come il trionfo dei principi”
          Ralph Waldo Emerson

Buonasera gentili lettori e benvenuti in questo nuovo articolo, stasera vi accolgo con una splendida citazione di Ralph Emerson, filosofo fulcro della filosofia del “Trascendentalismo Americano”

Prima di iniziare a porre le basi del nostro viaggio di oggi, ritengo sia doveroso un piccolo cenno ai pilastri fondanti della filosofia precedentemente presentata, inoltre lungo il racconto vi spiegherò cosa c’entrano i bonsai con trascendentalisti americani.

Lo stile di vita improntato sulla crescita personale è considerato la grande eredità della cultura americana; la filosofia cardine dei principi che noi oggi conosciamo grazie agli autori stellari come “Anthony Robbins”, deriva proprio dalla fusione tra la cultura europea e trascendentalismo americano. Ma quindi cosa si intende con tale asserzione?

Nel 1842 Emerson scriveva: “il trascendentalismo, non è altro che l’idealismo quale appare oggi”, utilizzando il termine trascendentale appartenente alla corrente Kantiana; infatti, Kant stesso parlò di forme imperative ideologiche non derivanti dall’esperienza ma cuore dell’esperienza stessa, intuizioni dello spirito, per questo trascendentali.

In poche parole? Tutte le più note personalità che vi ho presentato credevano in un’unica verità: il miglioramento di sé stessi, della società, e la fiducia che ogni individuo sia in grado di intraprendere una propria crescita radicale da compiere, combattendo gli stereotipi sociali. Le perifrasi da me utilizzate, possono essere individuate con il “solo” nome di “Perfezionismo Morale o Emersoniano”.

Tornando alla vita reale, vi starete chiedendo perché ho dato titolo di Bonsai e Trascendentalismo, in qualche modo essi sono legati?

Il termine bonsai significa letteralmente “piantato in un vaso”, da qui deriva la nota tecnica del bonsai, ciò che gli orientali chiamano “SEISHI”, ossia l’arte di dare una forma, di coltivare e praticare numerose tecniche NELL’ASSOLUTO RISPETTO della pianta stessa.

Arriviamo dunque al nocciolo della questione, oserei paragonare la vita umana ad un seme piantato in un vaso, durante il tempo di crescita e di “coltura”, i nostri genitori ci rendono fulcro di tecniche che chiamiamo insegnamenti affinché la nostra persona cresca con dei principi, gli stessi principi che secondo Emerson portano alla pace, ma solamente compiendo una crescita personale individuale, riusciremo a ribaltare la nostra esistenza.

C’è qualcosa nei bonsai che ha la capacità di trasmettere pace, serenità, equilibrio; ciò non è casuale, solo migliorando noi stessi costantemente, crescendo spiritualmente e umanamente, possiamo arrivare all’apice di equilibrio ossia l’insieme forze uguali e opposte che ci rendono unici e ci donano un senso di quieto vivere.

Cosa volevo trasmetterti con tutte queste frasi imperiali? Semplice, solo tu mio caro lettore sei l’attore della tua vita, da te ed esclusivamente solo da te dipendono le tue emozioni, coltiva la tua anima e vincerai sempre!

Marra

Oggi per cosa sono GRATO?

“L’universo ama le persone grate, più siete grati, più l’universo vi darà cose per cui ringraziare” Louise Hay

Buongiorno (perché è sempre un buongiorno) gentili lettori, oggi vi accolgo con una citazione della straordinaria Louise Hay, autrice motivazionale americana, fautrice del così detto “Heal yourself”.

Tra le più importanti teorie, ma anche nelle piccole quotidianità, almeno una volta nella vita avete sentito parlare della gratitudine, ma nella vita reale di che cosa si tratta?

Se chiedete alla “Treccani” di definirla, ve ne parlerà dicendo che consiste in un sentimento di disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene e quindi conseguente desiderio di poterlo ricambiare, direi definizione peculiare del termine, ma poco reale non vi pare?

Per poter scoprire le radici del suo significato è bene fare una digressione, ed in questo ci aiuterà proprio Louise.

Non vi pensiate che la sua vita sia stata sempre basata sulla teoria dell’healing; infatti, per parecchi anni lei stessa è stata vittima di un dei circuiti mentali più tipici della società moderna e non, quale? Semplice, il complesso di inferiorità e la capacità di autosabotazione.

Per poter distruggere le energie negative e far si che l’universo ci faccia fonte di gratitudine è necessario un atteggiamento di accoglienza verso l’amore e il perdono!

In questi giorni, navigando sui social mi sono imbattuta su un video di una splendente psicologa che chiaramente ci ha fornito uno strumento assoluto di ribalto vitale: “Per essere vista come una regina devi credere di esserlo, provaci, riprovaci e mantieni viva la tua corona, accogli ciò che vuoi essere in futuro, visualizzalo”

Cosa voglio dirvi con tutti questi giri di parole?

Non necessariamente dovete ricevere qualcosa per essere grati, al mondo esistono miliardi di motivi per esserlo, siete vivi, avete una famiglia o magari degli amici straordinari, sempre presenti al vostro fianco; proprio poche ore fa una persona dall’animo sorprendentemente buono (ciao mario 😊)mi ha detto: l’amore è il frutto di tutte le “piccole attenzioni” di cui vieni circondato, se non decidi di accogliere la felicità allora felice non lo sarai mai.

Svegliatevi la mattina ed elencate almeno tre motivi per cui siete grati, prima di dormire la notte ricordatevi che ne esistono altri mille a caratterizzare la vostra esistenza.

Più sarete grati e più l’universo vi darà modo di esserlo e ricordate “Ancora un morso alla mela”

Marra

https://www.louisehay.com/

24 Maggio: Casa o Scuola?

Buongiorno miei cari lettori e benvenuti in un nuovo articolo.

Oggi vorrei dedicare le mie parole ad una piccola grande realtà che ha cresciuto molti di noi in un paesino siculo chiamato Caltagirone.

Nelle parole a voi dedicate negli articoli precedenti avevo chiaramente proposto di raccontarvi la mia storia e nonostante l’età francamente non elevata, sono qui per farvi immergere nei ricordi dei miei anni di adolescenza, oserei dire quasi tutto il mio trascorso vitale.

24 Maggio: questa data non è un riferimento temporale qualunque, o almeno non lo è per chi come me è cresciuto in un ambiente salesiano, oggi per noi è una grande festa e a prescindere che voi crediate o no nella religiosità sono sicura che parecchi sentiranno lo stesso calore nel ricordare le grandi feste svolte in onore di Maria Ausiliatrice.

Vedete, la mia storia e quella dei ragazzi che frequentavano il liceo ormai più di cinque anni fa è diversa da ogni altra, parla di come ci siamo ritrovati a dover trascorrere un giorno speciale con la consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo all’interno della nostra amata scuola, e ricordatevi, non era solo un’istituzione scolastico-religiosa, ma la nostra casa, la fonte della certezza di avere sempre un luogo sicuro e una famiglia su cui contare.

Caltagirone da sempre ha fatto da culla ad una scuola che ha cresciuto intere generazioni, compresa la mia, ed è mio profondo dovere oggi ricordarmi e ricordarvi che nonostante tutto siamo grati, e perché lo siamo? Inizio io

Attraverso gli anni della mia vita, vivere all’interno di quella che definirei una campana di vetro, mi ha permesso di crescere con dei valori, i valori che Don Bosco insegnava ai suoi ragazzi e nonostante la chiusura precoce di essa, ho avuto la grande opportunità di sviluppare il mio intelletto, i miei desideri e di seguire una scuola di pensiero che mi ha e ci ha resi diversi da tutti.

Eccomi qui oggi quindi a ricordare ognuno di voi, i vostri volti, le vostre personalità, il vostro sorriso e gli abbracci immensi anche nei momenti peggiori, eccomi qui a ricordare le persone a me più legate, ma anche chi ho incontrato una sola volta, chi magari è più grande di me o addirittura più piccolo, sono qui per dirvi grazie, grazie di aver reso tutti quei momenti speciali, e che voi ci crediate o no la maggior parte delle tappe della mia vita sono state scandite da persone relative a questo contesto , IL NOSTRO contesto.

Continuerei per ore a raccontarvi di come quella scuola ci abbia accudito, ma è evidente che il pensiero più grande che si possa esprimere sia quello di pensarvi e pensarci ovunque noi siamo

Grazie Istituto Maria Ausiliatrice

In conclusione di questo breve ricordo, vi ringrazio per il supporto che mi donate ogni giorno e vi aspetto qui per il prossimo articolo

Marra

Parliamone : Medicina o Iperuranio?

Buongiorno gentili lettori, buongiorno perché anche se è sera per me è sempre un buongiorno!

Ieri in occasione del lancio del nostro nuovo blog vi ho lasciato sui social una box domande dove vi ho chiesto quale siano gli argomenti che vorreste io affrontassi, è stato davvero soddisfacente e oserei dire particolarmente gradevole vedere come si riesce ad interagire attraverso progetti informatici che nascono da semplici ma “complessi” comandi dati alle piattaforme di programmazione, in poche parole? Ovviamente le più spietate e nuove tecnologie.

Pochi secondi dopo l’apertura delle domande, mi è stato chiesto: “Come affrontare lo stress a cui è sottoposto lo studente di medicina?” quindi oggi mio caro lettore ti spiegherò la mia piccola ma infinita visione dell’essere “Med student” e della sua vita reale ma dedita all’iperuranio aristotelico, non preoccuparti però perché ne parleremo per un po’, l’esperienza fortificherà il racconto.

Facciamo un attimo un passo indietro…

1 Marzo 2019: vi starete chiedendo perché parto da un mese non proprio affine al fatidico test di Medicina?

Vedete, quella data rappresenta il mio primo approccio alla burocrazia, alle code e alla prova di inibizione all’empatia durante il test. Cosa intendo? ciò che il buon caro vecchio Dante esprime con “Non ti curar di loro ma guarda e passa”

Ho potuto constatare la reale utilità di quella che può sembrare una frase di libro antico e basta (e che libro !), ci sarà sempre chi proverà ad imprimerti ansia, rabbia e tutte le tipologie di sentimento esageratamente negative.

Non esiste una formula magica per far sparire tutto ma esiste la tua psiche, ricordati sempre che è la tua più grande arma, può distruggerti ma può anche renderti Invincibile, decidi tu !

Ricordo come fu impattante entrare nella famosa aula del test di medicina e vedere le persone spietate, pronte a tutto e fidatevi proprio a tutto, ma ricordo con immensa emozione la mano di una delle mie più care amiche che strinse la mia, quel gesto mi diede un senso di pace e in un certo senso mi rincuorò (Ps se stai leggendo: GRAZIE)

Continuando a leggere le mie parole vi starete chiedendo: Dove vuole arrivare? La risposta è più semplice di quello che pensate, voglio farvi riscoprire il motivo per cui ci si rende cosi inermi allo stress di studiare Medicina, voglio che vi ricordiate perché avete fatto un test, perché vi siete sottoposti ad una guerra che definirei glaciale ma in fondo così soddisfacente da non poterne fare a meno.

Nei momenti di indefinibile stress provo in tutti i modi a ricordarmi la me del passato e la me che voglio io sia in un futuro prossimo ma anche lontano, provo a pensare a tutto quello attraverso cui sono passata per arrivare dove mi trovo adesso (magari vi racconterò la mia storia) e cosa bramo così tanto per la me dei prossimi anni.

Dal primo istante di preparazione di un esame fino all’ultimo secondo corrispondente alla verbalizzazione dello stesso, visualizzo il giorno della mia laurea, quell’esame mi separa da essa e come tale devo eliminarlo dal mio cammino per arrivare alla corona d’alloro.

Ci saranno giorni in cui funzionerà, giorni in cui dovrò combattere un po’ di più per risalire a galla, ma ragazzi, qualsiasi facoltà voi frequentiate, non dimenticatevi mai della straordinaria sensazione che si prova l’esatto istante in cui finite una prova, soddisfatti, felici e dimagriti di un po’ di Kg d’ansia probabilmente.

Potrei parlarvi dei miei mille riti pre-esame, delle mie concezioni e del mio eterno visualizzare ma non è questo il momento.

“Ancora un morso alla mela”, vedrete sempre questa potente frase nei miei articoli e vi spiegherò anche perché ma fino ad allora… Io ho ancora fame di vincere e voi?

Vi auguro una piacevole serata, vi aspetto nel mio prossimo articolo e non dimenticatevi di commentare con tutte le tematiche di cui volete io scriva.

Parliamone

Giorni, mesi o anni ? Quanto tempo scorre tra le nostre mani e non riusciamo ad averne concezione? Tanto, oserei dire troppo; ed è per questo che oggi in una giornata di allerta meteo torinese nonostante il mese di maggio che avanza, ho deciso di dar voce al mio desiderio.

Attraverso questo nuovo blog voglio parlarvi e parlarne

Durante il nostro percorso parleremo della vita reale, di emozioni, sensazioni; ma anche di praticità e a volte razionalità

Oseremo e costateremo ciò che realmente è

Mi presento, Sono Maria Francesca, ma voi potete chiamarmi “Marra” e da oggi inizia il gioco, il nostro gioco.

Vi aspetto per vivere insieme a me !
“Ancora un morso alla mela”